Accade spesso di accogliere nel mio studio pazienti, adolescenti e adulti, che portano con sé, nella stanza di terapia, il fardello dell’ansia. Si siedono di fronte a me, intimoriti, perché il nemico-ansia non dà tregua, disturba quasi a negare la tranquillità del sonno nella notte che diventa sempre più lunga, agita alla guida di una macchina inficiando la propria autonomia, immobilizza la lingua dinanzi ad un’interrogazione, ad un esame, tanto da tradire il proprio sapere cosi cucito con dedizione, limita le relazioni sociali proprio quando se ne ha più bisogno, insomma irrompe e rompe gli equilibri interni, e, improvvisamente, non permette più la vita conosciuta prima che l’ansia venisse ad abitare le proprie giornate.
Benché se ne parli male, l’ansia ha una sua origine e una sua funzione del tutto sana e fisiologica. È un meccanismo di difesa, che permette dinanzi ad una situazione di disagio, di stare all’erta. L'ansia è una reazione naturale del nostro corpo a situazioni che percepiamo come minacciose o stressanti. Essa può manifestarsi come una sensazione di apprensione, nervosismo o inquietudine, e può essere scatenata da eventi esterni o da preoccupazioni interne.
Tuttavia, quando l'ansia diventa eccessiva o cronica, può interferire con la nostra vita quotidiana, creando difficoltà nel prendere decisioni, nel relazionarsi con gli altri o nel gestire il nostro benessere emotivo. È molto importante ascoltare e riconoscere quando il livello dell’ansia valica i confini del funzionale, cosi da potersene occupare, altrimenti, se non trattata, l’ansia rischia di incattivirsi, trasformandosi negli attacchi di panico.
Gli attacchi di panico sono episodi di paura improvvisa e intensa, che possono comparire senza un apparente motivo scatenante. Durante un attacco di panico, che può durare in media dai 10 ai 15 minuti, la persona può sperimentare una serie di sintomi fisici e psicologici, come battito cardiaco accelerato, difficoltà respiratorie, vertigini e sensazione di perdere il controllo o di morire, e successivamente il vissuto è di profondo stordimento. L’attacco di panico è l’espressione massima esterna e visibile di una paura interna, arriva nei momenti di calma, quando in realtà non vi è motivo di preoccupazione. Questi episodi sono estremamente spaventosi e possono portare a un circolo vizioso di anticipazione e paura di nuovi attacchi, limitando la libertà della persona.
Nel mio lavoro con le persone che soffrono di ansia, parto dal presupposto che “il panico o l’ansia sono dei disagi che nascono a livello della relazione e che per tali ragioni possono essere curati all’interno di una relazione”, cerco di esplorare come queste emozioni siano collegate anche alle dinamiche familiari e relazionali. Spesso, infatti, l'ansia è un riflesso di tensioni o conflitti non risolti nel contesto familiare o nei rapporti interpersonali, che possono innescare reazioni di allerta e difesa. La terapia sistemico-relazionale mira a modificare questi schemi di interazione, con sé stesso e con l’altro, promuovendo un cambiamento a livello sia individuale che relazionale.
L’ansia non ha di certo bei modi, infatti viene presentata sempre come “brutta, zozza e cattiva”, con il più grande desiderio di liberarsene presto. Ma in realtà l’ansia viene in pace, con il suo “toc toc” fastidioso alla nostra porta, vorrebbe semplicemente essere ascoltata, vorrebbe che il messaggio di cui è portatrice venisse ascoltato. Certo il suo far sentire a disagio non permette di mettersi facilmente nella condizione di ascolto, molti pazienti mi dicono “faccio di tutto per distrarmi, per non sentirla” e sebbene ci si distrae, dopo un po’ torna, perché non ha compiuto il suo dovere. E finché non viene ascoltata, e ci si impegna nel negarla, l’ansia diventerà sempre più fastidiosa. Di quale messaggio potrà essere portatrice? C’è qualcosa nell’angolino che si fatica a prendere in considerazione, ci sono non detti che rimangono in attesa, ci sono emozioni congelate che aumentano di volume, ci sono bisogni che continuano ad essere inascoltati, ci sono espressioni a cui ci si è per molte ragioni difesi, rilegati in un posto lontano dalla propria attenzione. Ad un certo punto tutto ciò si ribella, ecco l’ansia.
Ansia e attacchi di panico possono essere esperienze dolorose e limitanti, ma con il giusto supporto e un approccio terapeutico mirato, è possibile superarle e ritrovare un senso di benessere. Come psicoterapeuta sistemico-relazionale, il mio compito è di aiutare a comprendere il contesto in cui si sviluppano questi disturbi, a modificare le dinamiche relazionali che li alimentano, l'obiettivo non è solo quello di alleviare i sintomi dell'ansia e degli attacchi di panico, ma anche quello di comprendere e modificare i pattern di interazione che possono contribuire al loro mantenimento.
Dr.ssa Daniela Robertelli
Psicologa Psicoterapeuta a Roma