“È successo improvvisamente, o almeno così mi sembra, ho smesso di avere interesse nel fare qualsiasi attività, mi sentivo triste, molto triste, talvolta scoppiavo in lacrime, e non riuscivo ad arrestarmi, non riuscivo a capire il motivo dietro quelle lacrime, non riuscivo più a dormire, mi sono chiuso nella mia stanzetta, questa volta non per giocare con i videogames, ma perché era il mio unico rifugio, che nello stesso tempo è diventato, col passare delle settimane, una prigione”.
Nella mia esperienza clinica ho ascoltato più volte il dolore che porta con sé la parola che descrive il vissuto della depressione.
La depressione è una condizione caratterizzata da una persistente tristezza, perdita di interesse nelle attività quotidiane, affaticamento, difficoltà a concentrarsi e, in molti casi, una visione negativa di sé e del futuro. Non è semplicemente una reazione passeggera a situazioni di vita difficili, ma un disturbo che può influire pesantemente sul funzionamento emotivo, sociale e lavorativo della persona.
La depressione può manifestarsi in vari modi, tra cui:
Nel mio lavoro come psicoterapeuta, il mio approccio sistemico-relazionale considera la depressione come il risultato di un'interazione tra fattori biologici, psicologici e sociali. In altre parole, la depressione non riguarda solo l'individuo, ma anche le sue relazioni e il suo contesto di vita. Questo significa che la terapia non si limita a lavorare sui sintomi individuali, ma cerca di esplorare come le dinamiche familiari, le relazioni interpersonali e le esperienze passate possano contribuire alla manifestazione della depressione.
Molti studi hanno dimostrato che la depressione è strettamente legata alle esperienze relazionali precoci e alle dinamiche familiari. Queste esperienze possono includere:
Lavorando con la persona, nella stanza di terapia, esploro non solo il suo stato emotivo e i suoi sintomi, ma anche le relazioni e le dinamiche che potrebbero sostenere o amplificare la sua sofferenza.
Durante il percorso terapeutico, mi concentro su diversi aspetti, tra cui:
Attraverso il lavoro sulla consapevolezza, sulla gestione delle emozioni e sul miglioramento delle relazioni, l’individuo ha la possibilità di riconoscere e trasformare i fattori che alimentano la sua depressione. L’obiettivo è aiutare la persona a ritrovare un equilibrio emotivo, a sviluppare nuovi strumenti per affrontare le difficoltà e a promuovere una maggiore connessione con sé stessa e con gli altri.
La depressione vista dagli occhi dell’Altro con te
“Per me è diventato massacrante vivere con lui. Ho fatto più e varie cose sperando di riuscire a farlo stare meglio, ma regolarmente non cambiava niente. Non mi guarda più, no mi parla più, e io non riesco più a prendermene cura. Quando stiamo insieme mi sento incapace, in procinto di affogare, come una bambina che non sa stare a galla e tutto ad un tratto si ritrova dove l’acqua e più alta e non si tocca. Più lo guardo e più mi viene voglia di scappare: mi vergogno a dirlo, ma non sopporto più il suo odoro, i suoi lamenti, il suo sguardo perso. Ho paura che un mio passo falso, una mia parola sbagliata, possa mandarlo in frantumi.”
Ci sono le vittime della depressione, ma accanto a loro, seppur tante volte invisibili, ci sono gli ostaggi della depressione. Può diventare molto forte il loro coinvolgimento nelle dinamiche depressive, e possono essere gravi le ripercussioni sulla loro vita: “Chiunque voglia portare la luce, deve conoscere le tenebre che sta per rischiare”.
È fondamentale per chi sta “accanto” alla depressione, per chi la vive, fare la scelta più coraggiosa, quella di chiedere “aiuto”.
La depressione è una condizione che può sembrare paralizzante, ma con il giusto supporto, è possibile intraprendere un percorso di guarigione e trasformazione, esplorando le radici profonde del proprio malessere, capendo le dinamiche relazionali che lo sostengono e costruendo nuovi modelli di pensiero e di interazione più sani.
Dr.ssa Daniela Robertelli
Psicologa Psicoterapeuta a Roma