Depressione

Dr.ssa Daniela Robertelli


“È successo improvvisamente, o almeno così mi sembra, ho smesso di avere interesse nel fare qualsiasi attività, mi sentivo triste, molto triste, talvolta scoppiavo in lacrime, e non riuscivo ad arrestarmi, non riuscivo a capire il motivo dietro quelle lacrime, non riuscivo più a dormire, mi sono chiuso nella mia stanzetta, questa volta non per giocare con i videogames, ma perché era il mio unico rifugio, che nello stesso tempo è diventato, col passare delle settimane, una prigione”.

Nella mia esperienza clinica ho ascoltato più volte il dolore che porta con sé la parola che descrive il vissuto della depressione.
La depressione è una condizione caratterizzata da una persistente tristezza, perdita di interesse nelle attività quotidiane, affaticamento, difficoltà a concentrarsi e, in molti casi, una visione negativa di sé e del futuro. Non è semplicemente una reazione passeggera a situazioni di vita difficili, ma un disturbo che può influire pesantemente sul funzionamento emotivo, sociale e lavorativo della persona.
La depressione può manifestarsi in vari modi, tra cui:

  • Sintomi emotivi: tristezza profonda, sensazione di vuoto, disinteresse o apatia.
  • Sintomi cognitivi: pensieri negativi ricorrenti, difficoltà di concentrazione, sensi di colpa e inutilità.
  • Sintomi fisici: affaticamento, disturbi del sonno, cambiamenti nell’appetito.
  • Sintomi comportamentali: isolamento sociale, difficoltà nel mantenere routine quotidiane e impegni.

Nel mio lavoro come psicoterapeuta, il mio approccio sistemico-relazionale considera la depressione come il risultato di un'interazione tra fattori biologici, psicologici e sociali. In altre parole, la depressione non riguarda solo l'individuo, ma anche le sue relazioni e il suo contesto di vita. Questo significa che la terapia non si limita a lavorare sui sintomi individuali, ma cerca di esplorare come le dinamiche familiari, le relazioni interpersonali e le esperienze passate possano contribuire alla manifestazione della depressione.

Molti studi hanno dimostrato che la depressione è strettamente legata alle esperienze relazionali precoci e alle dinamiche familiari. Queste esperienze possono includere:

  • Conflitti familiari e relazionali: tensioni o difficoltà nella comunicazione con i membri della famiglia o con il partner possono diventare fonte di stress emotivo.
  • Modelli di attaccamento disfunzionali: una relazione genitoriale instabile o carente può influire sul modo in cui l'individuo si relaziona con gli altri e percepisce sé stesso.
  • Traumi e perdite: esperienze traumatiche, come la perdita di una persona cara o esperienze di abuso, possono lasciare cicatrici profonde che contribuiscono alla depressione.
  • Isolamento sociale: la mancanza di una rete di supporto emotivo o il senso di solitudine possono amplificare la sensazione di impotenza e tristezza.

Lavorando con la persona, nella stanza di terapia, esploro non solo il suo stato emotivo e i suoi sintomi, ma anche le relazioni e le dinamiche che potrebbero sostenere o amplificare la sua sofferenza.
Durante il percorso terapeutico, mi concentro su diversi aspetti, tra cui:

  • Esplorare le dinamiche familiari: attraverso un’indagine delle relazioni familiari, cerchiamo di comprendere come i legami affettivi e le esperienze passate possano influenzare il presente. La terapia aiuta a riconoscere modelli disfunzionali e a modificarli, promuovendo relazioni più sane e soddisfacenti.
  • Riprogettare il rapporto con sé stessi: la depressione spesso si nutre di un’immagine negativa di sé e di una costante auto-critica. In terapia, esploriamo questi pensieri e li rielaboriamo per costruire una visione di sé più equilibrata e positiva.
  • Promuovere la comunicazione e il sostegno sociale: la depressione può essere alimentata dal senso di isolamento. La terapia mira a rafforzare le capacità comunicative e a migliorare le relazioni sociali, favorendo una rete di supporto che possa aiutare a fronteggiare il malessere emotivo.
  • Affrontare traumi e difficoltà del passato: spesso la depressione è legata a esperienze traumatiche o eventi dolorosi non ancora elaborati. In terapia, esploriamo questi eventi e lavoriamo insieme per aiutarli a essere integrati nella narrazione di vita della persona, riducendo il loro potere distruttivo.

Attraverso il lavoro sulla consapevolezza, sulla gestione delle emozioni e sul miglioramento delle relazioni, l’individuo ha la possibilità di riconoscere e trasformare i fattori che alimentano la sua depressione. L’obiettivo è aiutare la persona a ritrovare un equilibrio emotivo, a sviluppare nuovi strumenti per affrontare le difficoltà e a promuovere una maggiore connessione con sé stessa e con gli altri.

La depressione vista dagli occhi dell’Altro con te

“Per me è diventato massacrante vivere con lui. Ho fatto più e varie cose sperando di riuscire a farlo stare meglio, ma regolarmente non cambiava niente. Non mi guarda più, no mi parla più, e io non riesco più a prendermene cura. Quando stiamo insieme mi sento incapace, in procinto di affogare, come una bambina che non sa stare a galla e tutto ad un tratto si ritrova dove l’acqua e più alta e non si tocca. Più lo guardo e più mi viene voglia di scappare: mi vergogno a dirlo, ma non sopporto più il suo odoro, i suoi lamenti, il suo sguardo perso. Ho paura che un mio passo falso, una mia parola sbagliata, possa mandarlo in frantumi.”

Ci sono le vittime della depressione, ma accanto a loro, seppur tante volte invisibili, ci sono gli ostaggi della depressione. Può diventare molto forte il loro coinvolgimento nelle dinamiche depressive, e possono essere gravi le ripercussioni sulla loro vita: “Chiunque voglia portare la luce, deve conoscere le tenebre che sta per rischiare”.

È fondamentale per chi sta “accanto” alla depressione, per chi la vive, fare la scelta più coraggiosa, quella di chiedere “aiuto”. 
La depressione è una condizione che può sembrare paralizzante, ma con il giusto supporto, è possibile intraprendere un percorso di guarigione e trasformazione, esplorando le radici profonde del proprio malessere, capendo le dinamiche relazionali che lo sostengono e costruendo nuovi modelli di pensiero e di interazione più sani.


Dr.ssa Daniela Robertelli
Psicologa Psicoterapeuta a Roma


P.I.
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