Le Dipendenze

Dr.ssa Daniela Robertelli


Le dipendenze, siano esse legate a sostanze (alcool, droghe, farmaci) o comportamentali (gioco d'azzardo, alimentazione, internet), rappresentano una delle sfide più complesse e pervasive per la salute mentale e il benessere delle persone. Si manifestano quando una persona sviluppa una relazione patologica con un comportamento o una sostanza, al punto da non riuscire a fare a meno di esso, anche se causa danni evidenti alla propria vita e a quella degli altri. Le dipendenze non sono semplicemente la conseguenza di un desiderio di piacere immediato, ma sono radicate in un complesso intreccio di fattori psicologici ed emotivi. Questi aspetti si intrecciano, dando origine a un circolo vizioso che rende difficile interrompere il comportamento dipendente, anche quando il soggetto riconosce che esso ha conseguenze negative sulla sua vita. Per comprendere meglio come la psicologia e le emozioni influenzino le dipendenze, è importante esplorare i meccanismi sottostanti e le dinamiche emotive coinvolte.

Una delle principali cause psicologiche delle dipendenze è la difficoltà nel gestire emozioni difficili, come la tristezza, l'ansia, la rabbia, la solitudine o il senso di vuoto. Le sostanze o i comportamenti dipendenti diventano un modo per "anestetizzare" queste emozioni, offrendo un sollievo temporaneo. Ad esempio, l’uso di alcol o droghe può sembrare alleviare momentaneamente la sofferenza emotiva, ma alla lunga essa persiste e si amplifica, creando una dipendenza psicologica sempre più forte.

In molti casi, le persone che sviluppano dipendenze non hanno avuto l’opportunità di imparare a riconoscere, esprimere o regolare in modo sano le proprie emozioni. Spesso provengono da ambienti familiari o da esperienze di vita che non hanno promosso l'elaborazione emotiva in modo efficace, e quindi la dipendenza diventa un tentativo disfunzionale di "gestire" il disagio emotivo.

Nel caso delle dipendenze comportamentali, come il gioco d'azzardo, la dipendenza da internet o dai social media, la persona può trovarsi intrappolata in una spirale di comportamento compulsivo che fornisce una gratificazione immediata, ma che porta a una crescente insoddisfazione e frustrazione. Questi comportamenti si radicano in un bisogno emotivo di stimolazione e di "scarico" che dà sollievo momentaneo, ma non risolvono le difficoltà emotive sottostanti. Ad esempio, il gioco d'azzardo può offrire un'immediata sensazione di eccitazione e controllo, che maschera un profondo senso di vuoto interiore.

Molte persone con dipendenze hanno una bassa autostima o una mancanza di auto-accettazione. Le dipendenze possono essere utilizzate per cercare di compensare un senso di inadeguatezza, insicurezza o inferiorità. L'uso di sostanze o il ricorso a comportamenti compulsivi possono sembrare dare un temporaneo senso di potere, controllo o autoaffermazione, ma non affrontano le radici emotive e psicologiche di questi sentimenti.

La dipendenza diventa quindi un modo per ottenere un’illusione di valore o per riempire un vuoto interiore che non è stato mai veramente affrontato. Le persone con una bassa autostima possono sentirsi incapaci di raggiungere un senso di realizzazione personale in modo sano, quindi ricorrono alla dipendenza come un surrogato.

Nel contesto sistemico-relazionale, è fondamentale capire che la dipendenza non è solo un fenomeno individuale, ma è anche spesso un riflesso di schemi emotivi e familiari. Le persone che sviluppano dipendenze possono avere una storia familiare segnata da conflitti, traumi, modelli comunicativi disfunzionali o abusi. Questi schemi emotivi appresi sin dall'infanzia possono influenzare il modo in cui un individuo reagisce alle difficoltà nella vita adulta.

Per esempio, un individuo che cresce in una famiglia dove il conflitto è costante o l'amore è condizionato da performance o conformità a determinate aspettative, può imparare a gestire le sue emozioni attraverso la dissociazione o la ricerca di comportamenti che lo distraggano dal dolore emotivo. Questo modello, se non riconosciuto e affrontato, può continuare a ripetersi nel corso della vita e alimentare la dipendenza come strategia per sfuggire ai sentimenti di sofferenza.

Nel mio lavoro come psicoterapeuta sistemico-relazionale, l'obiettivo non è solo quello di aiutare il paziente a liberarsi dalla dipendenza, ma anche di ristabilire un equilibrio nelle sue relazioni e nella sua percezione di sé. Ogni trattamento è personalizzato e si fonda su una comprensione profonda delle dinamiche familiari e sociali che sostengono la dipendenza. Attraverso il dialogo e l’esplorazione dei modelli di relazione, il paziente viene accompagnato a riconoscere i meccanismi che perpetuano la dipendenza e a sviluppare nuove modalità relazionali più funzionali.

La psicoterapia sistemico-relazionale pone grande attenzione alla dimensione interpersonale, fondamentale nel trattamento delle dipendenze. Intervenire solo sulla persona che manifesta il comportamento dipendente, senza considerare il contesto e le dinamiche familiari, potrebbe non essere sufficiente per ottenere cambiamenti duraturi.

Le dipendenze, dunque, non sono semplicemente legate a un comportamento ripetuto, ma sono radicate in profondi conflitti psicologici ed emotivi. Il trattamento delle dipendenze richiede un lavoro che non si limiti solo alla gestione dei sintomi, ma che affronti le cause emotive, psicologiche e relazionali sottostanti. Nel mio approccio sistemico-relazionale, si esplorano le dinamiche familiari e sociali che possono alimentare la dipendenza, così come si offre al paziente la possibilità di rielaborare le emozioni difficili e di sviluppare una maggiore consapevolezza di sé.

L’obiettivo finale non è solo la “disintossicazione” o la riduzione del comportamento dipendente, ma la costruzione di un nuovo equilibrio emotivo e relazionale, che permetta al paziente di affrontare la vita con maggiore autenticità, risorse e resilienza.


Dr.ssa Daniela Robertelli
Psicologa Psicoterapeuta a Roma

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