Considero la Psicoterapia un processo evolutivo il cui obiettivo non è di certo quello di ricondurre il paziente alla retta via, bensì alla formazione di nuove possibilità di senso e connessioni tra intrapsichico e intersoggettivo, dove il sintomo può divenire, per il paziente, un’opportunità di crescita.
Il modello psicoterapeutico che ho scelto per incontrare l’Altro, nella possibilità di aiutarlo nel movimento a partire da una sofferenza che immobilizza, da una crisi che congela, è l’approccio sistemico relazionale.
La psicoterapia sistemico relazionale pone il focus sulla relazione, la relazione con l’Altro di riferimento, con il sistema familiare e sociale in cui vive, e, non per ultimo, la relazione con sé stesso e con le proprie emozioni. Ciascuno di noi fin dalla nascita abita all’interno di relazioni che lo influenzano e da cui è influenzato, è quindi impossibile comprendere ed interpretare un comportamento, o un sintomo, senza tenere in considerazione il contesto in cui esso si manifesta e a cui la persona appartiene.
Il focus sulla relazionalità permette, dunque, di spostare la lente d’osservazione da una dimensione soggettiva ad una relazionale. Il paziente non è visto come un individuo isolato con comportamenti indipendenti, ma come una persona che si sviluppa all’interno di dinamiche familiari in cui è cresciuto e nel quale vive, il cui “movimento”, la cui “forma”, sono determinati dalle relazioni con gli elementi del contesto di riferimento. Cosi anche il sintomo portato nella stanza di terapia subisce un processo di ridefinizione, non come problematica unicamente individuale ma considerata come una manifestazione di dinamiche relazionale e sistemiche più ampie. Il sintomo non ha proprietà privata, è sempre relazionale.
L’intervento terapeutico si basa sull’osservazione delle modalità di relazione tra il paziente e la sua famiglia e mira a modificare, attraverso un processo di co – costruzione tra terapeuta ed individuo/famiglia, i modelli disfunzionali presenti nel contesto entro il quale il disagio del paziente è emerso, stimolando le risorse e rafforzando sia il funzionamento individuale sia quello familiare.
Dr.ssa Daniela Robertelli
Psicologa Psicoterapeuta a Roma